I bombardamenti aerei su Padova

Rifugio antiaereo a servizio del Comando Supremo presso il bastione Alicorno a Santa Croce

Durante la Prima guerra mondiale la città di Padova subì 19 bombardamenti. Fu accertato lo sgancio di almeno 912 bombe di differenti calibri (una, inesplosa, alta 2,75 m e del peso di 290 chilogrammi, è conservata al Museo Civico del Risorgimento e dell’Età Contemporanea). La prima incursione si ebbe il 9 aprile 1916: fino allora la città si sentiva al sicuro e quasi protetta sia per la distanza dal fronte sia dalla devozione a S. Antonio dei coniugi imperiali. In quell’occasione cadde una sola bomba: il primo edificio a essere colpito, alle 11.45, fu il civico 31 di via Savonarola, nei pressi di ponte Molino. Altre incursioni causarono solo danni alle abitazioni e pochi feriti, ma i primi morti non tardarono: il 13 luglio 1916 il primo bombardamento notturno, che fu anche massiccio, ben 153 bombe, provocò la morte di due persone. Iniziò così il pellegrinaggio di intere famiglie che, verso sera, si incolonnavano sulle vie che conducevano fuori città portandosi dietro materassi e coperte, per farvi ritorno al mattino.

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Il duomo di Padova dopo il bombardameno del 30-31 dicembre 1917

La vera tragedia si abbattè su Padova l’11 novembre 1916, quando al bastione della Gatta morirono 93 e 96 furono i feriti (a questo fatto dedicheremo un articolo apposito). Il clamore per questa strage fece sì che, per un anno, Padova fosse risparmiata dai bombardamenti, che ripresero però dopo Caporetto: pesanti attacchi si ebbero tra il 28 dicembre 1917, quando causarono 17 vittime tra cui due ufficiali inglesi, e il successivo 5 gennaio, provocando altre cinque vittime. Fu anche a seguito di queste incursioni che il Comando Supremo abbandonò Padova per trasferirsi ad Abano. Sia il 4 che il 20 febbraio 1918 i morti furono, infine, sette. Tra le incursioni va ricordata, in particolare, quella che causò lo spaventoso incendio al campo di aviazione, dove erano ammassati centinaia di velivoli giunti a Padova dopo Caporetto, e dove fu colpito un deposito di benzina. La pericolosa opera di spegnimento, che vide impegnato anche l’asso dell’aviazione Francesco Baracca, valse una medaglia d’argento, una di bronzo e otto croci al merito di guerra a vigili del fuoco padovani.

Al termine della guerra, la città contò 129 morti sotto le bombe, 108 feriti e 211 edifici danneggiati (tra questi, la cupola del santuario del Carmine, il fronte del Duomo, la scoletta del Santo).

 

A Padova è stata realizzata una mostra con fotografie dei danni dei bombardamenti e di rifugi antiaerei, curata da Roberto Bettella.

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