Dalla fine di gennaio del 1918, in seguito alla ritirata di Caporetto e allo spostamento dei comandi militari dapprima a Padova e poi ad Abano Terme, la città termale divenne una cittadella militare. Molte delle ville e dei grandi alberghi divennero sedi di istituzioni militari: tra queste la villa palladiana Rigoni Savioli.
La villa si trova alle porte di Abano Terme lungo la strada che giunge da Padova e fu costruita nella seconda metà del Cinquecento. Circondata da un giardino, fa parte di un complesso che comprende anche broli e barchesse, un pozzo termale e una torre colombara. Alcune stanze comprendono affreschi di Giovan battista Zelotti, allievo del Veronese.
A partire dall’inizio del 1918 si spostarono in questa villa il comando del Genio e dell’Artiglieria, come ricorda una targa posta presso l’ingresso. Grazie all’archivio fotografico conservato dai proprietari, possediamo una curiosa immagine della villa dipinta di nero. Molti edifici di Abano, in effetti, per proteggerli dai possibili bombardamenti – che mai in realtà si abbatteranno su Abano Terme, a differenza della vicina Padova – furono dipinte di colore scuro per impedirne l’identificazione. I bombardamenti infatti avvenivano per lo più di notte e gli edifici erano individuati a vista: l’oscuramento delle luci e il colore nero avrebbero reso impossibile riconoscere a occhio nudo i bersagli da colpire.
In tema di elettricità, c’è da notare però che fu proprio grazie alla presenza militare che Abano Terme potè beneficiare, quasi a risarcimento dei disagi subiti dalla popolazione, dell’arrivo della luce elettrica in quasi tutte le sue contrade, tra le prime cittadine del padovano.
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