Villa Wollemborg alla Guizza di Padova ospitò una casa di rieducazione per i mutilati veneti della Grande guerra. Ne parla Roberto Bettella, storico padovano, nel periodico “La Pagina di Padova Sud” dell’ottobre 2018. Con il gentile permesso dell’autore, riportiamo il testo integrale dell’articolo.
Il 20 agosto 1917 i primi sette mutilati entrano nella Casa di rieducazione professionale per mutilati Villa Wollemborg, organizzata dal Comitato Pro Mutilati di Padova per 40 posti, poi portati a 120. Il Comitato si era costituito ufficialmente il 18 febbraio 1916, in una riunione alla Croce d’Oro in piazza Cavour. Presenti tra gli altri Cesare Saibante, presidente del Comitato della Croce Rossa, Gustavo Corinaldi, i medici Menotti Jorfida, Rodolfo Penzo e Umberto Stiasni, il nazionalista prof. Alfredo Rocco, l’avv. Giovanni Milani, e il deputato democratico Giulio Alessio.
Il Consiglio Direttivo del Comitato con sede presso la Camera di Commercio, viene formato il 9 aprile: Presidente è il conte ing. Gustavo Corinaldi. Ne fanno parte il prof. Achille Breda, il deputato Giulio Alessio, il prof. Umberto Stiasni delegato alla parte tecnica, il prof. Alfredo Rocco e Arturo Diena delegati alla propaganda finanziaria.
Scopo principale del Comitato è l’apertura di una scuola di rieducazione dei militari mutilati in guerra, per metterli in grado di continuare nel lavoro. Come “patronato” intende occuparsi di tutto ciò che è attinente con la necessità di cure, trasferimenti, licenze, diritti di sussidio e di pensione, ammissione negli istituti di rieducazione, uso e cambio di arti artificiali.
Il problema del luogo dove sviluppare l’attività viene risolto grazie alla concessione da parte di Maurizio Wollemborg e della moglie Livia Pavia della propria villa, probabilmente costruita tra il 1850 e il 1880 e che le cronache illustrano come ampia e signorile, situata alla Guizza a due chilometri appena dalla città entro un parco incantevole. Parte della villa viene concessa a titolo gratuito e per un periodo compreso dal 29 gennaio 1917 al 31 agosto 1918 “od quel prossimo giorno in cui finisce la guerra fra l’italia e l’Austria Ungheria ed i rispettivi alleati”.
Maurizio Wollemborg (1863-1952) è il terzo dei tre figli di Giuseppe e di Giuseppina Jung. Ricco proprietario terriero, era stato Presidente dell’Ospedale Civile dal 1906 al 1912 e abitava nel palazzo in via del Santo. Leone, il primogenito, aveva fondato le casse rurali nel 1883, era stato deputato di Cittadella dal 1892 al 1913, poi senatore. Aveva fatto parte del Governo Pelloux e del Governo Zanardelli. Il secondo genito Umberto, morì il 21 maggio 1932 nella casa di via Ruzzante lasciando oltre un milione di lire in beneficenza.
L’attività della Casa si svolge nel quadro normativo fissato dalla legge 25 marzo 1917 n. 481 che crea l’Opera nazionale per la protezione ed assistenza degli invalidi di guerra e prevede per i mutilati e gli invalidi dismessi dagli Ospedali militari un periodo minimo di riabilitazione di 15 giorni e non superiore ai sei mesi, a spese dell’Amministrazione militare. Il lavoro e la partecipazione ai corsi sono compensati con una paga giornaliera di una lira al giorno. Inoltre il 29 aprile 1917 viene fondata a Milano l’Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra (ANMIG).
Il 26 maggio viene stipulata una Convenzione tra l’Ospedale Militare Principale di Padova e il Comitato che prevede una retta giornaliera di 4.50 lire al giorno per i ricoverati con vitto e alloggio e lire 3 per gli esterni.
Dopo Caporetto la villa venne requisita per adattarla ad ospedale per le truppe di passaggio, “si dovettero raccogliere in fretta mobili e suppellettili e ripararli alla meglio in ambienti vicini con spese e danni “ mentre i ricoverati furono accolti nell’Ospedale Militare Principale in via san Giovanni da Verdara. Fu quindi trovata una nuova sistemazione nella villa Rusciano presso Firenze dove nell’aprile del 1918 si aprì un nuovo istituto gestito dall’Unione dei Comitati Veneti Pro Mutilati di guerra. Contemporaneamente nel gennaio 1918 villa Wollemborg viene requisita a favore dell’Ospedale civile, sebbene l’inaugurazione ufficiale di questa nuova funzione avvenga solamente il 9 giugno 1918.
La Casa è riaperta il 15 maggio 1919 e in giugno viene attivata un’officina di protesi e si provvede all’acquisto di macchinari, all’assunzione di personale tecnico, alla costruzione di capannoni nel giardino della villa che diventa il punto principale di riferimento nel Veneto. Nella sua attività accolse complessivamente 374 “entrati e rieducati” provenienti dalle città della regione e oltre, così distribuiti nelle varie scuole: 66 per la scuola elementare, 69 calzolai, 18 per sartoria, 24 zoccolai, 15 falegnami, 12 viminai, 22 maglieria, 34 postelegrafonici, 114 in agricoltura in collaborazione con la scuola di Brusegana. Per difficoltà finanziarie ne fu decisa la chiusura per il 31 ottobre 1921. Il Comitato Pro Mutilati venne ufficialmente sciolto il 30 marzo 1927.
Al 20 settembre 1915 i militari invalidi in Italia erano 1146; al giugno 1916 14 486. Secondo alcune stime nel 1926 si contavano 14.114 grandi invalidi; le pensioni liquidate a mutilati e invalidi in generale erano 675.000.
Roberto Bettella
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