Tra i molti soldati che hanno partecipato alla Grande guerra ci piace raccontare almeno le storie di qualcuno: questa volta abbiamo scelto Rodolfo Torresan, che ha attraversato vari conflitti della prima metà del Novecento dalla guerra italo-turca alla Seconda guerra mondiale, conseguendo il grado di generale e terminando la propria vita nell’ospedaletto di un lager per internati militari in Polonia.
Nato a Padova il 1° Novembre 1887, si arruolò volontario e in breve conseguì il grado di sottotenente di complemento. Entrò quindi nel 57°Reggimento fanteria Abruzzi, che dal 1909 prese stanza a Padova. Con il gradi di tenente partì per la guerra di Libia, dove ottenne una prima onorificenza, la Medaglia di Bronzo al V.M. per il suo operato nel combattimento all’Oasi delle due palme (3 marzo 1912). Operò puoi nelle isole del Dodecaneso (sbarco a Rodi e azione su Psitos).
Nella Grande Guerra ottenne una Medaglia d’Argento per un’azione sul colle Santa Lucia di Tolmino nel 1915 durante la quale rimase ferito dallo scoppio di una bomba a mano avversaria, e una seconda, promosso capitano, per la conquista di una trincea nell’agosto 1917 a Gorizia come comandante del 3° battaglione del 253° reggimento fanteria.
Terminata la guida con il grado di maggiore, proseguì poi la carriera militare come tenente colonnello, frequentando la scuola di guerra e divenendo capo di stato maggiore (9a divisione fanteria Pasubio) e poi entrando nel Corpo di stato maggiore preso il ministero della guerra, a Roma. Con il grado di colonnello fu capo di stato maggiore al corpo d’armata di Bolzano dove, per il suo operato, fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere militare dell’Ordine di Savoia (1939).
Con l’entrata in guerra dell’Italia nella Seconda guerra mondiale, ebbe incarichi di responsabilità presso il Comando del Corpo di stato maggiore, e ottenne le promozioni a generale di brigata (1941) e di divisione (1942). Il 15 maggio 1943 ottenne il comando della 29a divisione fanteria “Piemonte” di stanza a Patrasso (Grecia).
Catturato dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, rifiutando la collaborazione con i nazifascisti, il 1° ottobre fu trasferito in Polonia nell’Offizierlager 64Z (lager per ufficiali) di Shokken. Malfermo di salute, morì nell’infermeria di Wollstein il 22 novembre 1944. Dopo solenne cerimonia funebre, fu sepolto nel cimitero di Salka attiguo al campo stesso. Dopo la guerra, un regio decreto del 9 maggio 1946 gli assegnò una terza medaglia d’Argento alla memoria.
Ecco le decorazioni da lui ottenute e le motivazioni:
Tenente. Comandante di pochi esploratori nella giornata delle Due Palme, riusciva a dare utili informazioni sul nemico. Rientrato in prima linea al combattimento, guidava la sua truppa all’assalto con grande ardimento. Si comportò lodevolmente anche a Psitos – Due Palme (Bengasi), 12 marzo 1912 – Psitos, 16 maggio 1912.
Tenente reggimento fanteria. – Con mirabile slancio, alla testa della propria compagnia, attaccò alla baionetta il nemico, scompigliandolo ed inseguendolo. Diresse pure con serena calma il reparto in successivi combattimenti, nell’ultimo dei quali venne ferito dallo scoppio di una bomba a mano avversaria – Santa Lucia di Tolmino, 17-28 agosto 1915.
Capitano 253° reggimento fanteria (M.M.) – Quale comandante di un battaglione assolse con intelligenza e coraggio mirabili il compito affidatogli. Alla testa dei propri reparti e sotto l’intenso fuoco nemico, si slanciò risolutamente all’attacco di una trincea avversaria, conquistandola e mantenendola saldamente e dando costante esempio di alto sentimento del dovere – Gorizia, 28-29 agosto 1917.
Generale di divisione. Prigioniero dei tedeschi, sebbene malfermo in salute e minorato da male che la permanenza in campo di concentramento aggravava rapidamente, rimaneva impassibile ad ogni offerta di adesione che gli avrebbe consentito il rimpatrio e la salvezza della vita. Preferiva così andare incontro alla morte, piuttosto di mancare al giuramento. Wollstein (Polonia), 4 novembre 1944.
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