Una rielaborazione di letture tenute da Novello Papafava per l’Accademia Patavina di Scienze Lettere ed Arti dal 15 maggio 1955 al 19 febbraio 1956, edite dall’editore Giuseppe Randi nel 1958, ha trovato riedizione anastatica nel 2014 grazie alla Rivista di Cavalleria.
Si tratta dell’agile pubblicazione “La cavalleria italiana nella guerra 1915-18” (euro 10, “Rivista di Cavalleria”, Ass.ne Nazionale Arma di Cavalleria, via Damiata 5 – 00192 Roma) in cui il Papafava raccoglie, anno per anno dal 1915 al 1918, le vicende dell’Arma, i principali episodi di battaglia e, come appendice, l’Ordine di battaglia delle divisioni di cavalleria all’inizio e alla fine del conflitto.
Nel 1915 l’arma era suddivisa in trenta Reggimenti, 14 assegnati ai Corpi d’armata mentre 16 formavano quattro Divisioni di Cavalleria: la Friuli, la Veneto, la Lombardia e la Piemonte. Papafava mette subito in risalto la differenza di vedute tra lo Stato maggiore, per cui la Cavalleria aveva funzioni di copertura e manovra fra le branche della tenaglia difensiva del Friuli, e il generale Cadorna, che le pensava come “il più agile strumento di manovra dell’avanzata”.
Il fascicolo ripercorre alcune delle situazioni principali in cui fu coinvolta la cavalleria, anno per anno, come l’episodio di Pozzuolo del Friuli o gli ultimi combattimenti della battaglia di Vittorio Veneto e i colpi ricevuti dagli ultimi cavalleggeri pochi minuti prima che suonasse la tromba dell’armistizio.
Papafava ricorda anche l’ultima azione compiuta dalla Cavalleria italiana in assoluto: quella mossa dal Reggimento Savoia a Jzbuscensky in Russia il 24 agosto 1942, prima che “la gravissima vulnerabilità e la lentezza” dell’Arma in confronto alle forze motorizzate e blindate conducesse il suo utilizzo sul campo al tramonto. Ma proprio alcune di queste Divisioni celeri motorizzate hanno raccolto e tramandato alcuni nomi e insegne della Cavalleria.
Nel piccolo museo presso la sede delle Associazioni d’arma di Padova, a piazzale Santa Croce, dove ha sede anche la sezione padovana dell’Associazione nazionale Arma di Cavalleria, si può vedere una bella collezione di cimeli della Sezione Cavalleggeri di Padova (21°) e, nella sala riunioni dell’edificio, le raffigurazioni dei vari reggimenti di cavalleria.
Il 12 luglio 2016, 150° anniversario dell’ingresso del 10° Reggimento di Cavalleria Vittorio Emanuele II nella Padova liberata dagli Austroungarici, è stata scoperta una lapide ai Caduti dell’Arma di Cavalleria: è posta lungo la grande scalinata interna del Municipio di Padova.
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