Antonio Paccanaro, farmacista di Villanova di Camposampiero di cui abbiamo già parlato in un altro articolo, nel periodo della Grande Guerra era fidanzato con Iginia Bettanini, figlia dei proprietari dell’omonima villa di Peraga, frazione di Vigonza, oggi nota con l’antico nome di Castello dei Da Peraga. Grazie alla passione di Paccanaro per la fotografia abbiamo alcune immagini della villa nel periodo bellico; anche il diario che Paccanaro tenne e la corrispondenza con la fidanzata Iginia accennano a tale luogo.
In questa pagina pubblichiamo alcune fotografie risalenti al 1918 e scattate a villa Bettanini e alcuni brevi passaggi di lettere tratte dal volume “La prima guerra mondiale vista da Antonio Paccanaro – Catalogo della mostra fotografica”, a cura di Luciano Biasiolo e Bruno Barizza (Comune di Villanova di Camposampiero, 2002), in cui si cita la villa di Peraga.
Tra il 10 e il 14 agosto 1916 Iginia racconta dei bombardamenti aerei nel veneziano che causano bagliori visibili anche dalla sua casa, come fuochi d’artificio.
Il 20 febbraio 1917 scrive Iginia: «Anche qua a Peraga sai… sembra abbiano voglia di metterci i soldati. Dicono che a Padova verrà un nuov comando e i soldati dovranno essere alloggiati nei paesi vicini; pensa che il solo comune di Vigonza dovrà provvedere il posto per tre mila. A Vigonza ve ne sono ormai tanti e da ieri sera se ne vedono qua girare 4-5».
Iginia parla anche dei controlli stradali, molto rigidi, uno dei quali proprio di fronte alla villa. Scrive: «Son tutto il giorno sul ponte che chiedono ai passanti il passaporto… sicché non si può uscir di casa senza questo in tasca… Pensati che i soli primi giorni che Giovanna correva in bicicletta glielo hanno chiesto e Lei disse che abitava qua (“macché importa, deve avere il passaporto lo stesso!”). Io trovo un’esagerazione sai. Oggi abbiamo assistito da casa a varii trucchetti in proposito. Quante ne dicevano tutti a quei poveri diavoli… ma hanno concluso tutti a buttarla in ridere…».
Racconta poi di sentire i rombi del cannone e le voci incontrollate di una nuova offensiva austriaca nella vallata vicentina. Dalle sue lettere veniamo a capere anche alcune notizie rispetto a un tribunale militare ospitato presso la stessa villa/castello di Peraga: ne parleremo in un prossimo articolo.
Ma non c’è solo il dramma: tra aprile e maggio a Vigonza si era stabilito il 26° reggimento di marcia con la banda, chiamata “La musica”. «…ti scrivo a suon di musica; è qua sul ponte che suona meravigliosamente un pezzo dell’Aida», scrive Iginia il 20 aprile 1918, e ancora il 10 maggio: «Ieri (…) venne anche la musica a suonare in cortile (per ringraziamento del vino) e… suonarono tanto benino alcuni pezzi e poi se ne andarono».
Sul finire dell’estate si diffonde l’epidemia di spagnola. Iginia guarisce da una febbre e tira un sospiro di sollievo: non era la temuta malattia. In ottobre scrive: «…abbiamo l’epidemia in casa..; siamo senza donne di servizio, due si sono ammalate con la febbre» e il 13 precisa «…sai che è veramente impressionante. Oh! Quanti morti anche a Padova! Ed al Ponte! … qui fortunatamente ve ne sono un infinità di casi ma tutti benigni». E di nuovo il 2 novembre: «Qui niente di nuovo, sempre tante mortalità che ci empiono l’animo di terrore».
Nella stessa lettera, però, Iginia esulta per le notizie dalla vittoria ormai note.
Terminiamo con un cenno al concentramento di soldati austriaci prigionieri ospitati a Peraga ed esclama «Poverini, quanta pietà mi fanno».
Iginia e Antonio si sposarono il 24 maggio 1919.
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