I curatori di www.padovagrandeguerra.it ai Notturni d’arte 2015

Cappella ai caduti del 58° reggimento Fanteria della Brigata Abruzzi

La serata di mercoledì 29 luglio, ha visto la partecipazione  dei tre curatori del nostro sito al secondo incontro della XXIX edizione dei Notturni d’Arte, dedicata quest’anno al tema della Grande Guerra. La serata si è svolta in due momenti. Emanuele Cenghiaro, giornalista e editore (sua la casa editrice Tracciati), ha presentato la riedizione della guida storica La Grande Guerra a Padova. I luoghi della Memoria, di cui è co-autore assieme a Pier Giovanni Zanetti e Silvia Zava.

Successivamente la storica dell’arte contemporanea Silvia Zava, e la storica Lisa Bregantin, che della guida ha curato una interessante introduzione critica, hanno accompagnato due gruppi alla scoperta di un percorso sulla Grande Guerra in città. L’itinerario, svoltosi interamente in esterni, è partito da Palazzo Zacco, oggi sede del Circolo unificato dell’Esercito, che ci ha ospitati per la presentazione. Edificato fra il 1555 e il 1557 per volontà di Marco Zacco su progetto di Andrea Moroni, durante l’intero periodo bellico fu sede della 10° Divisione territoriale, comandata dal Generale Scotti, chiamata a gestire gli ambiti logistico-amministrativi riguardanti i trasporti e le infrastrutture.

Abbiamo successivamente raggiunto palazzo Priuli Papadopoli Dolfin Boldù, ora sede dell’Istituto Teresianum, edificato nel 1568 su probabile progetto di Giovanni Antonio Rusconi. Sensibilmente alterato e ampliato nei secoli, questo palazzo dal 28 ottobre 1917 al 18 gennaio 1918 divenne sede del Comando Supremo di Luigi Cadorna. Dopo la disfatta di Caporetto, Vittorio Emanuele III e il Comando Supremo da Udine ripiegarono su Padova. Il re alloggiò tra Villa Baldin a Altichiero, villa Giusti del Giardino alla Mandria e Villa Corinaldi a Lispida, mentre il Generale Cadorna instaurò il Comando Supremo dentro le mura rinascimentali, a Palazzo Dolfin Boldù, fin quando passò le consegne a Armando Diaz che, dopo la ripresa e l’intensificarsi dei bombardamenti in città, si spostò a Abano Bagni, l’odierna Abano Terme.

Il quartiere di Santa Croce attraverso la  toponomastica tributa il suo ricordo alla Grande Guerra e così si susseguono via Cadorna, Via Diaz, via Duca degli Abruzzi, via Thaon di Revel, via IV Novembre, via Generale Cantore.

Fra i diversi modi di commemorare i caduti nel primo dopoguerra, largo spazio venne dato alle intitolazioni alla memoria. Gli ultimi edifici illustrati nella passeggiata rientrano in questa categoria: il Velodromo Monti, lo Stadio Appiani e la Caserma Oreste Salomone, tutti  dedicati a eroici soldati della Grande Guerra.

Inaugurato il 20 settembre 1916, dal 15 novembre 1931 – quando viene affissa una lapide commemorativa alla memoria – il velodromo è intitolato al Capitano d’aviazione Giovanni Monti. Originario di Fratta Polesine, militante nel Calcio Padova dal 1919 al 1930 e cicloamatore, Monti si arruola volontario in guerra a 18 anni (è il 1918) e consegue il brevetto di pilota riuscendo a raggiungere in breve tempo il grado di capitano. Nel dopoguerra viene chiamato a far parte del Reparto Alta Velocità della Regia Aeronautica,  con sede a Desenzano del Garda, località in cui muore durante il collaudo di  un idrovolante, il 2 agosto 1931. La bella lapide apposta sulla parete esterna delle gradinate del velodromo è stata recentemente restaurata.

Edificato il 2 agosto del 1921, lo stadio comunale è inaugurato il 19 ottobre 1924 e dedicato alla memoria di Silvio Appiani, studente di medicina presso l’Università di Padova e attaccante del Calcio Padova dal 1913 al 1915. Dal 22 maggio 2014 all’ingresso principale dello stadio è affissa una lapide che commemora l’eroe morto sul Carso il 21 ottobre 1915.

A sud-est di Prato della Valle si trova la caserma intitolata a Oreste Salomone, primo aviatore italiano ad essere insignito della Medaglia d’oro al valor militare, tragicamente precipitato a Brusegana di Padova nel 1918. Al suo interno era ospitato il 58° Reggimento Fanteria della Brigata Abruzzi, costituito nel 1861 e sciolto nel 1943. A memoria dell’indomito Reggimento vi si trova  dedicato un sacello progettato dall’architetto Giovanni Zabai. Inaugurata l’11 giugno 1950, la piccola cappellina contiene le lapidi commemorative ai caduti del Reggimento e una pala a mosaico raffigurante San Martino, opera di Lucio Grossato, posta sopra un paliotto marmoreo che reca inciso il motto “ex impetu gloria” di cui accludiamo una foto. Già dal 1914 la caserma, allora intitolata a Vittorio Emanuele III ospitava i coscritti del 58° prima che fossero addestrati in prossimità del fronte. I restanti spazi conventuali, adibiti a Ospedale militare  fra il 1915 e il 1918, ritornarono di proprietà dei frati benedettini solo nel 1948.

Per noi di Padova Grande Guerra è stato un piacevole momento di confronto non solo per presentare la nostra pubblicazione ma per meglio far comprendere l’importanza della riscoperta di una storia così vicina ma altrettanto lontana in cui quasi tutti i monumenti e i luoghi deputati alla memoria hanno mutato la loro destinazione d’uso poiché la Grande Guerra, per quanto dolorosa e tragica,  ha costituito solo un momento nella loro più ampia cornice storica.

Silvia Zava

Nel contesto dei Notturni d’Arte ci trovate anche venerdì 31 luglio a Pontelongo al Museo Gesta e martedì 4 agosto alla Casa del Mutilato in Piazza Mazzini a Padova! VI ASPETTIAMO NUMEROSI

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