“Disegni di raffinata bellezza, di grande respiro“. Gabriella Villani definisce così, nel volume “La grande guerra. Storia, pensieri, immagini”, i lavori di suo padre Pierangelo, e non si può darle torto. Eppure, se si pensa che tra i lavori dell’artista vi sono quelli che la famiglia ha donato al museo della Terza armata, un quaderno di acquerelli (cm. 23 x 16) che furono realizzati in piena guerra e lungo la linea del fronte, si rimane sbalorditi: tali parole si adattano anche a questi. Non sono trincee, cannoni, soldati: sono paesaggi schizzati velocemente da chi, nelle pause tra le battaglie e i turni di guardia, vedeva il mondo come avrebbe dovuto essere o come forse sognava di ritrovarlo riaprendo gli occhi dopo un breve riposo. Si tratta per lo più di vedute della pedemontana, paesaggi dal Grappa ad Asolo, da Cornuda a Vidor e altre località visibili dal fronte lungo il Piave.
Ma chi era Pierangelo Villani? Era nato il 10 novembre 1895 da Pietro, anch’esso pittore, siciliano, mentre la madre Erminia era milanese. Nato a Zurigo, studente al Politecnico di Torino, si arruolò volontario e partì per la guerra il 1° giugno 1915 munito del suo taccuino e dei colori. Meritò una Croce di guerra e un encomio solenne. Giunse a Padova nel 1934, dopo essersi diplomato all’Accadema d’arte e avere esercitato come insegnante in Sardegna e nelle colonie di oltremare e a Montagnana. A Padova visse il resto della sua esistenza e morì nel 1978. Molti dei suoi lavori furono donati dai figli all’Università, ai Musei civici e, appunto, al museo della Terza Armata, dove ancora è custodito il prezioso quaderno. l Villani il Comune di Padova ha dedicato una mostra nel 1996-97.
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